In questo articolo esploreremo l'impatto che James Meade ha avuto sulla società moderna. Per comprenderne la rilevanza analizzeremo diversi aspetti che vanno dalla sua origine alla sua evoluzione nel tempo. Nel corso della storia, James Meade ha svolto un ruolo cruciale in diversi ambiti, dalla cultura alla tecnologia, influenzando in modo significativo il modo in cui le persone interagiscono e funzionano nel mondo di oggi. Attraverso un approccio multidisciplinare, esamineremo da vicino come James Meade ha lasciato il segno nella società e quali prospettive si stanno aprendo attorno ad essa.
James Edward Meade (Swanage, 23 giugno 1907 – Cambridge, 22 dicembre 1995) è stato un economista britannico, vincitore, insieme a Bertil Ohlin, del premio Nobel per l'economia nel 1977, «per i contributi pionieristici alla teoria del commercio internazionale e dei movimenti internazionali di capitali».
James Meade studiò al Malvern College e si iscrisse all'Oriel College di Oxford nel 1926 per intraprendere studi letterari, ma ben presto (nel 1928) decise di dedicarsi agli studi sociali. Il suo interesse per l'economia aumentò negli anni degli studi post laurea al Trinity College di Cambridge, dove discusse spesso con importanti economisti come Dennis Robertson e John Maynard Keynes, sull'economia keynesiana e sulla teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta.
Dopo aver lavorato presso la Società delle Nazioni e presso il Cabinet Office del governo del Regno Unito, fu il principale economista nei primi anni del governo del laburista Clement Attlee. Fu docente alla London School of Economics (1947-1957) e all'Università di Cambridge (1957-1967).
Il contributo più importante di James Meade è l'analisi della compatibilità degli obiettivi di piena occupazione ed equilibrio della bilancia dei pagamenti, con conseguente dimostrazione della necessità di due strumenti separati di politica economica: uno per controllare il livello della domanda aggregata, e due per regolarne la distribuzione.
James Meade sosteneva che nell'area valutaria europea, una moneta unica, con tasso di cambio fisso, non avrebbe potuto funzionare per la scarsa mobilità del lavoro tra i paesi europei.
Agathotopia descrive le tre istituzioni dette "agathotopiane" di una società utopica: la "cooperativa per azioni", in cui i lavoratori sono anche azionisti; la nazionalizzazione del cinquanta per cento della ricchezza, che viene gestita dai privati; e il "dividendo sociale", che garantisce a tutti un reddito che permetta l'assunzione del rischio imprenditoriale.
L'autore discute la possibilità di conseguire un obiettivo di una "piena occupazione senza inflazione" quando in Europa la disoccupazione di massa è tornata endemica. In particolare esamina:
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